Il cioccolato
di Modica ha origini antichissime e trova le sue
radici in quello che si definisce: “il popolo del
quinto sole”, gli Aztechi che regnarono in America
centrale e meridionale dal XIII al XVI secolo. Tra le grandi
e meravigliose culture e tradizioni di questo straordinario
popolo dell’antico Messico il cacao ricopriva un ruolo
importante, veniva difatti considerato cibo nutriente,
sostegno economico, simbolo di ottima posizione sociale,
medicina efficace, mezzo per comunicazione con le divinità.
L’origine mitica era collegata a “QUETZALCOATL”
divinizzato come il dio del cioccolato che scesa sulla
terra, aveva portato con sé dal paradiso una pianta di
cacao che coltivava nel suo sacro giardino e che in seguito
regalò agli abitanti del luogo. Questi impararono presto a
tostare e a macinare i semi (o chicchi) racchiusi dal
baccello, per preparare una pappa densa e nutriente.
I
semi di cacao venivano tostati su di uno strumento chiamato
“METATE” una pietra ricurva poggiata su due basamenti
trasversali, che veniva riscaldata con della legna posta
sotto di essa e poi macinati usando uno speciale matterello
anch’esso in pietra. La pasta di cacao così ottenuta
veniva aromatizzata con delle spezie: la più comune la
vaniglia ma anche il pepe rosso, la cannella e molti altri
aromi ed erbe locali e persino fiori esotici; il composto
infine veniva sfregato sul “metate” fino a quando non
induriva, divenendo un unico impasto omogeneo.
Per evitare di dover
macinare i chicchi ogni volta, si preparavano una specie di
panetti di cacao e mais, utilizzato come addensante, con una
piccola quantità di acqua per solidificare il miscuglio
adesso pronto per essere utilizzato. All’occorrenza si
staccavano dei piccoli pezzi e si facevano sciogliere
nell’acqua, la bevanda ottenuta veniva chiamata e si
chiama tutt’ora dagli indigeni dell’America Centrale
“XOCO-ATL” (XOCO=AMARA, ATL=ACQUA) quindi “ BEVANDA
AMARA” fermamente convinti che fosse portatrice di
sapienza e saggezza.
Furono
poi gli spagnoli che per opera di Hermes Cortes,
intorno al 1519, importarono i primi chicchi di cacao
avendone appreso le qualità eccellenti e le ricchezze
economiche, e ne instaurarono successivamente un vero e
proprio commercio intorno al 1580. Facendo diversi usi e
avendone appreso la lavorazione, fu durante la loro
dominazione in Sicilia ne XVI secolo, che gli spagnoli la
introdussero nella “Contea di Modica”;
la Contea più grande del Regno di Sicilia, tale da
nominarsi anche come “Il Regno nel Regno” sia per
l’astensione del suo territorio (si estendeva, di fatto
alle porte di Palermo) che per le ricchezze economiche , le
risorse del territorio, la magnifica arte barocca nonché le
tradizioni dolciarie radicate in essa. Ritornando al nostro
“Cioccolato di Modica”, contrariamente a quanto avvenne
in seguito nel Regno d’Italia e in tutta l’Europa, nella
Contea di Modica non si passò mai alla lavorazione
industriale , conservando così nel corso dei secoli sino ad
oggi la genuinità e la purezza degli ingredienti nonché
l’artigianalità della sua manifattura.
Il “Cioccolato
di Modica” si presenta di colore nero scuro con
riflessi bruni; rustico, quasi grezzo, con granuli di
zucchero lasciati grossolani che gli conferiscono, oltre
alla particolarità nel gusto, una brillantezza di riflessi
quasi come “pietra marmorea”; il suo gusto di cacao
tondo, vellutato, che persiste; gli aromi nelle loro qualità
lo accompagnano divinamente. La sua lavorazione, che avviene
quasi a freddo (max 35/40°), gli permette di far rimanere
inalterate le proprie caratteristiche organolettiche e di
poter quindi gustare a pieno sapori e profumi d’oltre
tempo. Tutto ciò lo differenza dagli altri tipi di
cioccolato, rendendolo originale e quindi unico nel suo
genere.