Don Neli, infatti, è stato il capostipite di una
famiglia entrata nella storia delle tradizioni dolciarie
locali. Cominciò a lavorare come lattaio e per diversi
anni, ogni giorno alla spuntar del sole, si recava insieme
Peppino nelle campagne medicane per rifornirsi del latte
appena munto; poi, tornato alla propria latteria, lo
imbottigliava e lo rivendeva. L’attività rendeva bene e
con il tempo la rivendita si ingrandì, e grazie al figlio
Peppino, un vero e proprio pioniere
che con la sua dedizione per i suoi gelati e il cioccolato
di Modica, divenne una vera e propria “Fucina”,
un punto d’incontro per la gente della bella èpoque e non
solo.
Il procedimento generale
delle sue lavorazione era noto a tutti, ma gli ingredienti, il
loro dosaggio e la lavorazione erano noti solo a pochi. È da
quei segreti che dipendevano la qualità e la bontà del
prodotto. Nemmeno i suoi collaboratori più stretti
conoscevano del tutto le sue ricette: l’artigianato non
rivelò mai ad alcuno i dosaggi degli ingredienti.
Che dire della sua
produzione del tradizionale Cioccolato modicano:
dal suo laboratorio si sfornavano centinaia e centinaia di
tavolette (alla vaniglia, alla cannella, al peperoncino,
alla carruba e perfino agli agrumi-profumi tipici della sua
amata terra) pronte per essere mangiate a tocchetti o
gustate nella “latteria” in fumanti cioccolate calde. Ma
c’è di più: quel suo cioccolato di Modica
e quei suoi gelati avevano un qualcosa di speciale, qualcosa
che li differenziava dagli altri e questo valore aggiunto si
può racchiudere in un’unica parola “Passione”; a tal
punto da fare parlare scrittori di grossa fama come Gesulado
Bufalino che in una delle sue lettere scriveva:
<<…Ce ne
volevano di granite per impietosire l’estate, Cecilia, che
aveva ripudiato la Coca Cola, faceva alt. Ogni volta prima di
partire per la marina, alla pasticceria Rizza, aspirava con la
cannuccia l’elisire gelato, dipingendosi in viso d’una
delizia quasi impudica>>
Ancora oggi, dopo 70
anni, la tradizione continua grazie alla dedizione dei figli e
del nipote Giuseppe (la quarta generazione) che con l’”Antica
Dolceria Rizza” produce il suo cioccolato
di Modica alla stessa maniera di una volta, invariato
negli ingredienti e nella certosina sapienza, passione e
amore, materie prime naturali e di primissima scelta,
controllando la propria produzione con rigore, secondo le
normative vigenti.